Intervista su Fototue.it

1. Ciao Natalia, ci vorresti raccontare un po' di te, i tuoi inizi e la tua storia di fotografa ?
2. Hai mai avuto qualche altra passione artistica oltre alla fotografia ? I tuoi “STRAvolti” ci fanno entrare nel
mondo dell’arte a tutto tondo e vien naturale e spontaneo pensare che tu sia attirata anche da altre forme
d’arte.
3. Ci vuoi raccontare QUESTA Foto?



4. Ami molto lo sfondo completamente nero, con volti in primo piano: che tecnica usi ?
5. Ogni comunità fotografica, come la nostra, si nutre del confronto, che peso dai al commento critico ? Ti
spaventa metterti in gioco, offrendo alla libera critica le tue foto ?
6. La fotografia è tante cose: passione, lavoro, divertimento, ma anche competizione; che pensi dei contest
fotografici ? Quanto può essere utile, o al contrario deleterio, saper fare foto “a tema”, gareggiando con
altri fotografi ?
7. Che attrezzatura e che programma di post produzione utilizzi ?
8. C’è qualche grande fotografo al quale ti ispiri o che, semplicemente, ti piace particolarmente ?
9. Che ne pensi di questa Community, hai qualche consiglio da darci ?
Ti salutiamo Natalia e aspettiamo altre tue proposte e altri tuoi commenti !


Risposte:

1. Prima di tutto, la mia passione la devo a mia nonna. Era una nonna di grande intelletto e di molteplici passioni. Era una ricercatrice ed insegnava presso Università di medicina a Kiev (quella volta ancora URSS). Possedeva 3 macchine analogiche e la camera oscura. Sviluppava da sola le foto e le stampava.  Ricordo che avevo circa 6 anni quando l’aiutai a fare la stampa delle foto combinando  il mio primo pasticcio: feci una doppia esposizione senza sapere cosa significasse doppia esposizione. Ricordo  bene quella foto: gli occhi miei sovrapposti  alle betulle ancora senza foglie. La ricerca di qualcosa di artistico era palese: i miei genitori erano artisti, pittori. Perciò anche la fotografia per me faceva  parte dell’arte. Probabilmente gli studi che ho fatto da giovane nel campo artistico hanno impostato la mia visione della fotografia che,  secondo me, doveva essere come una pittura, compresa la composizione, la gamma cromatica, le luci-ombre e l'importanza dei primi piani. Questo pensavo allora. Perché,  poi, i primi passi da fotografa risalgono agli anni 70, quando avevo 10 anni, usavo una vecchia Zenit e caricavo i rullini nello sviluppatore sotto le coperte di notte. Il bagno (sempre di notte) serviva da camera oscura. Ricordo anche tanti pasticci e rullini rovinati dallo sviluppo sbagliato. Era un semplice hobby. Gli interessi artistici erano altri. Infatti verso i 16 anni ho smesso di fare i miei esperimenti fotografici: ho dovuto proseguire gli studi lontano da casa e questa passione si è spostata quasi all’ultimo posto.
2. Già da giovane avevo l’udito perfetto, suonavo pianoforte e verso l'età di 16 anni ho scoperto di avere una voce potente, una voce da mezzo soprano. E mi sono dedicata alla musica e al canto. Ho proseguito i miei studi lontano da casa dedicandomi alla musica e un po’ meno alla pittura. C’è un periodo della mia vita nel quale non esisteva più il posto per la fotografia. È stato anche abbastanza lungo. Direi decenni. Un black out non programmato.
Nel 2000, poi, la mia vita privata cambia e cambia  tutto il resto. Avvio l’attività della pittura che si blocca per  motivi legati alla crisi soltanto nel 2014. Quell’anno mi regalano una macchina fotografica digitale, era una Canon 600D. Mi sento imbranata con i sistemi digitali, non li studio neanche, uso quella macchina come se fosse una compatta, sottovaluto quello che faccio perché frequentando l’ambiente  artistico scatto un sacco di foto, per divertimento. Praticamente rubo le immagini della vita  dei miei amici artisti e non; scatto in qualsiasi posto, me ne frego della luce e dei parametri  che dovrebbe usare un fotografo, tutto in automatico e senza pensare tanto. Posto tutto su Facebook. E lì vengo notata da alcuni fotografi che iniziano a darmi consigli. Per circa un anno  mi ribello a Lightroom (secondo me è assolutamente necessario per chi lavora in Raw) e Photoshop. L’idea di STRAvolti nasce nel giorno più buio della mia vita,  quando  capisco che l’era della pittura sta prendendo una strada diversa dalla mia. Vedo i miei amici pittori e scultori soffrire la crisi. Inizio ad andare a trovarli con un certo scopo: fotografarli durante e fuori dal lavoro, fare  con il registratore piccole interviste e cercare di trasmutare questo lavoro  in un progetto concreto. Faccio due mostre presentando i miei primi 25 ritratti. Ma capisco che sono pochi. Vado in cerca di artisti con i quali ho pochissimi rapporti e non trovo nessuna opposizione.  Sono passati alcuni anni e purtroppo alcuni sono morti. È strano avere il materiale fotografico delle persone che non sono più in vita: è come possedere un po’ la loro esistenza non esistenza, fare parte del loro vissuto e per questo sentirsi privilegiati.
3. Il ritratto di Annamaria Fanzutto è stato un successo ma capito soltanto con il passare degli anni. La storia di questo ritratto è strana: facevamo una mostra insieme, in Austria, ai laghi di Milstat. Ogni giorno vedevo questo viso anziano e sorridente; dalle rughe sul suo viso sembrava che non avesse  mai pianto, che avesse sorriso sempre. Più che bontà esprimeva benevolenza verso tutti. Eravamo in galleria insieme, aspettavamo che entrasse qualcuno. Avevo appena acquistato il mio (ormai preferito) 35mm fisso e volevo sperimentarlo. Le ho spiegato il mio progetto. Lei mi firmò la liberatoria e per due giorni ho avuto la possibilità di farle foto. Anche quella pubblicata su questo sito è stata fatta dall'esterno della galleria, casuale…  perché prima non avevo mai fatto foto con le vetrine e le trasparenze. La misi da parte e la tirai fuori soltanto per caso, per partecipare ad un contest fotografico dedicato alla cultura. Soltanto dopo gli esiti ho capito che il ritratto era veramente valido.
4. Sinceramente, lo sfondo nero, non è proprio prediletto da me. Tempo fa è stato fatto un pannello gigantesco con i tutti volti degli artisti fotografati per il progetto STRAvolti. Ho dovuto usare il semplice Photoshop per creare lo sfondo nero con le foto che avevano tutt’altra trama dietro  il ritratto.  Di solito non faccio foto nello studio, ma uso la luce naturale del giorno per avere immagini più vissute e non cartoline da incorniciare. Ultimamente uso Sigma 105 art che è un ottimo obbiettivo per chi vuole un ritratto veritiero a bassa profondità di campo. Ecco, dietro  un viso prediligo un sfocato artistico che uno sfondo completamente nero. Ma come si dice, mai dire mai…. Il nero ha un suo fascino e non soltanto in un ritratto, ma anche nell'oggettistica e in alcuni still life.
5. Confrontarsi pubblicando le proprie foto e accettare le critiche è una cosa normale. Se ti iscrivi su un sito e sai che funzioni così, devi stare in gioco. A volte leggo  critiche molto costruttive, a volte – non sono d’accordo; non sono d’accordo con quelle critiche che cercano di cambiare la visione del proprio stile, le critiche che non c'entrano nulla con la tecnica dove veramente avrei bisogno ancora di qualche consiglio.
6. I contest, il gioco, la competizione, mi sono sempre piaciuti. Sono entrata far parte di alcuni siti che li propongono soltanto a dicembre di questo anno. All’inizio non pensavo niente, per di più, perdevo molto. Mi arrabbiavo. Poi, ho iniziato a vedere quelli che vincevano, ho elaborato il “perché vincono”… e ho iniziato  a lavorare sul fattore “faccio una cosa che deve essere interessante e bella”,  trascurando il mio motto che la  fotografia vera deve essere “rubata” o street, o documentario…  Probabilmente in questi 6 mesi ho fatto una piccola rivoluzione  perché le foto che pubblico ultimamente,  molto spesso vanno molto forte nei punteggi e nelle classifiche. Voglio aggiungere soltanto una cosa: per i fotografi che sanno già un po’ smanettare su Photoshop e altri programmi, potrebbe essere una scuola  per imparare alcune cose tecniche e mettere a fuoco alcune idee su come proseguire nel proprio lavoro. Per chi crede di essere già arrivato – non serve a nulla. Io invece grazie ai contest  ho allargato la mia visone della fotografia, ho imparato alcune tecniche nuove e ho rivisitato la mia idea di fotografia che mi servirà in futuro.
7.  Per me è un discorso semplice: scarico tutto su  Lightroom, se serve, faccio qualche piccola modifica con Photoshop e per ultimo, sui dettagli, lavoro con un programma gratuito di Mac PhotoScapeX che probabilmente sostituisce un Photoshop di base, ma da' qualcosa in più.
8. Non mi ispiro a nessuno.  Magari  in questo c’è un controsenso, ma come fotografi mi piacciono moltissimi e tutti loro sono molto lontani dal mio stile. Probabilmente, essendo anche una pittrice, io vedo una foto come un'opera d’arte che deve essere acquistata e messa in casa, incorniciata. Per questo adoro il russo Oleg Dou e Roberto Kusterle della mia regione Friuli Venezia Giulia. Entrambi usano una postproduzione massiccia, ma nei loro lavori c’è il mondo, la bellezza e la modernità.   Sono due autori museali e le stampe che fanno assomigliano più ad una tela che ad un pezzo di carta o di plastica. Direi che le loro opere sono a lunga scadenza….
9. Le community fanno sempre bene. Io però mi trovo in difficoltà per i problemi di vista che inizio ad avere e,  usando un portatile, faccio fatica a vedere e apprezzare le foto postate. Per il resto, per vivere in mezzo a così tanti siti, non sarebbe male  creare  concorsi locali con le votazioni soltanto fra i membri iscritti. Per il resto, questo sito lo trovo molto interessante e vivo.

Natalia Bondarenko

Nata a Kiev (Ucraina). Dal 1990 vivo e lavoro prima a Milano, poi, a Pordenone, e ultimi dieci anni a Udine. Le mie mostre: 201...